La parola Depressione è talmente abusata nel linguaggio comune che dietro questo termine si nascondono quasi tutti i piccoli e grandi malesseri esistenziali del nostro tempo.Curioso è il fatto che la parola De- pressione, significhi senza pressione, e a mio avviso questo rappresenta un paradosso, poiché se apparentemente il depresso ci sembra effettivamente mancare di forza e quindi “pressione”, in realtà è costantemente SCHIACCIATO DA UNA PRESSIONE ESISTENZIALE CHE LO SPINGE AL RIPIEGAMENTO SU DI SE’.
Spesso ci si interroga su come affrontarla e forse è uno di quei disagi dove lo psicoterapeuta è subito chiamato ad intervenire, in quanto fin dai tempi più antichi si riconosceva l’enorme potere della parola “logos” come mezzo curativo. Sicuramente tutto ciò è vero, ma credo anche che il dialogo sia soltanto una parte del percorso,se almeno per dialogo intendiamo quel parlare del paziente che lo dovrebbe risollevare.
La relazione con il terapeuta è fondamentale, poiché alla base di una profonda depressione, c’è quasi sempre un vuoto affettivo importante con una figura di riferimento. Ma poi è necessario considerare la sintomatologia del depresso, leggete e giudicate quale aspetto della persona spicca più degli altri:
1) Fatica ad alzarsi dal letto, stanchezza e senso di pesantezza.
2) Mancanza di interesse e piacere nello svolgere qualunque azione
3) Sonno eccessivo o Insonnia
4) Inappetenza o Sovralimentazione
5) Postura ripiegata
6) Sguardo spento ed opaco
7) Eloquio sommesso e lento
Questi sono alcuni dei sintomi più frequenti. Tutti riscontrabili a livello corporeo, e allora è più che ovvio partire dal corpo per riattivare la macchina umana!!
E’ per questo che il mio approccio al paziente depresso, anzi, alla persona che vive un momento depressivo, è un insieme di dialogo verbale e corporeo, in cui l’individuo trova uno spazio nuovo in cui potersi esprimere e vivere i suoi pensieri (spesso negativi), in modo diverso, potendoli trasformare attraverso delle Induzioni Immaginative da me proposte che mirano a modificare le immagini mentali disfunzionali, ed inoltre riattivano il corpo, che nel depresso è vissuto come fonte di malessere e sede di vari disturbi psicosomatici.
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